19) Giuda. Un' altra Onlus.

Pubblicato da Stefano Montanari

 Ancora un salto di tempo e, del resto, avevo avvertito: nessuna cronologia.

 

Era una notte buia e tempestosa… Non dal punto di vista meteorologico, perché in quel 6 settembre 2012 da mesi non si vedeva una goccia di pioggia, ma da quello dello sconquasso che in quella notte accadde.

 

Quella sera, in cosiddetta prima serata, l‟emittente televisiva La7 mandò in onda in diretta la trasmissione Piazzapulita119 in cui un gruppo – e ci risiamo - di “esperti che la sapevano lunga” (credo sia una razza in fase di moltiplicazione) discusse del fenomeno relativo al miracoloso Movimento 5 Stelle. Va da sé che nessuno dei maggiorenti, degl‟iscritti o dei simpatizzanti fosse presente (iscritti e simpatizzanti ho scritto, e non rappresentanti, perché solo Grillo rappresenta il Movimento come megafono di Casaleggio), e questo, almeno a detta del conduttore, a dispetto degl‟inviti rivolti. Naturale: chi partecipa a dibattiti è oggetto di fatwa.

 

Si parla, si esce non di rado dal tema, si bisticcia su quisquilie. È evidente che nessuno ha una conoscenza diretta se non superficialissima di Grillo, e ancor più impalpabile ce l‟ha di Casaleggio, ma è di loro che si tratta. Nessuna conoscenza, ma che importa? La competenza non è richiesta in TV. E nemmeno altrove, credo di poter dire.

 

A un certo punto arriva l‟intervista a Giovanni Favia, il consigliere regionale grillino che siede a Bologna di cui ho fatto cenno al capitolo precedente. Tra parentesi il ragazzo - ché, con i parametri odierni, di ragazzo si tratta, risalendo lui al 1981 - ha qualche problema in corso per confessati pagamenti effettuati a TV che, da sacerdoti dell‟informazione, in cambio di un‟elemosina (i soldi erano quelli delle nostre tasse, naturalmente) si prestavano a dargli visibilità120. Intervista risalente a maggio piena di banalità come da copione, ma poi Favia invita il giornalista al bar e a quel punto la telecamera si spegne. Non il microfono, però, che l‟intervistatore tiene acceso a tradimento e di cui Favia, evidentemente non istruito da Casaleggio a proposito di certi trucchi, non si accorge121. Vale la pena di leggere il testo.

 

Favia – Casaleggio prende per il culo tutti perché da noi la democrazia non esiste. Grillo è un istintivo – io lo conosco bene, – non sarebbe mai stato in grado di pianificare una cosa del genere. I politici… Bersani… non lo capiscono, non hanno capito che c‟è una mente freddissima, molto acculturata, molto intelligente, dietro, che di organizzazione, di dinamiche umane e di politica se ne intende.

 

Giornalista – È veramente lui la mente del Movimento?

 

Favia – Il problema è su, è su, quindi, o si levano dai coglioni oppure il Movimento a loro gli esploderà in mano.

 

 

 

Giornalista – E sarà un peccato.

 

Favia – Ma loro stavano già andando in crisi con questo aumento di voti. Come si sono salvati? Con il divieto di andare in TV. Io da Santoro me la sono cavata122, ma applicando un veto, ho preso anche l‟applauso ma… Mi è anche costato dire quello che non pensavo, no? Lui, espellendo Tavolazzi, ha… ha soffocato nella culla un dibattito che stava nascendo in rete di contrapposizione alla gestione Casaleggio, ma tutta la sua direzione sulle… non solo sulle linee guida, cambi e ricambi a piacimento – perché lui ha fatto così, ha sempre fatto così – o le iniziative pubbliche che prende il Movimento di fare un referendum o di non farlo. Perché questo hai sempre deciso te, Casaleggio, da solo? Non ce n‟è stata una, dall‟adesione o non adesione al referendum…

 

Giornalista - … perché lui ha il simbolo…

 

Favia – Ma, guarda, se lui non facesse il padre-padrone, io il simbolo glie lo lascerei anche. Adesso in rete non si può neanche organizzare incontri tipo quello di Rimini che non usavano il logo del Movimento.

 

Giornalista – E Casaleggio controlla dall‟alto tutta questa roba?

 

Favia – Tutta. Lui, quando qualcosa non va, telefona o fa telefonare Grillo. Il problema è che loro hanno messo in moto una macchina che sarebbe veramente un faro, potrebbe essere a livello mondiale, se loro superassero quella complicità che hanno, cioè, di sistema padronale, no? Sarebbe una bomba incredibile, perché tra gli eletti ci sono degl‟infiltrati di Casaleggio…

 

Giornalista – … ah…

 

Favia - … al di là di quelli, quindi noi dobbiamo stare molto attenti quando parliamo, sai? Casaleggio è spietato, è vendicativo. Adesso vediamo chi manda in Parlamento. Perché io non ci credo alle votazioni on-line. Lui manda chi vuole.

 

Ci si potrà arrampicare sugli specchi finché si vuole, ma, come si suol dire, quelle parole sono pietre.

 

Vediamo un po‟: “da noi la democrazia non esiste.” Ritengo che chiunque abbia conservato qualche capacità critica e sia anche solo in modo vago informato sia abbondantemente al corrente del fatto. Le epurazioni tipiche di qualunque dittatura sono abbastanza eloquenti: chi osi avere idee proprie e quelle idee non coincidano al millimetro con quelle di Casaleggio è espulso senza pietà e di questo si riesce a trovare notizia attraverso i media. In sostanza, i grillini sono liberi di pensare, purché sia tutto nel binario di quanto detta Casaleggio. Fuori di lì è peccato mortale. Del resto, la maniera migliore per evitare certe malattie è evitare il contagio. E poi, per i grillini, avere qualcuno che serve in tavola pensieri e opinioni senza l‟incomodo di cucinarle e nemmeno di sceglierle è una bella comodità.

 

“Grillo (…) non sarebbe mai stato in grado di pianificare una cosa del genere.” Chi conosce Grillo al di là delle sue finzioni sceniche non può non aver conoscenza, almeno a spanne, di quale sia il suo quoziente intellettivo.

 

122 http://www.youtube.com/watch?v=QKRf-zM9Cx8

 

C‟è una mente freddissima, molto acculturata, molto intelligente, dietro.” Impossibile non chiedersi come facciano i grillini non solo ad accettare di essere manovrati da un esperto di marketing ma spesso, più o meno volontariamente, ad ignorarne la funzione. Mancanza di dignità e disinformazione paiono essere caratteristiche della specie.

 

“Loro stavano già andando in crisi con questo aumento di voti. Come si sono salvati? Con il divieto di andare in TV.” In effetti il Movimento si è ingrossato probabilmente molto al di là dei piani di Casaleggio e la massa rischia di fargli diventare difficoltoso il controllo. Dunque, niente confronti di nessun genere e scomunica con esilio per chi disobbedisce. La valanga di voti che sono arrivati alle elezioni del febbraio 2012 sono un altro elemento di difficoltà per Casaleggio, e il controllo sugli eletti si è fatto asfissiante.

 

Mi è anche costato dire quello che non pensavo.” Se si cerca sul vocabolario il lemma “ipocrisia”, si cancella ogni dubbio.

 

Perché questo hai sempre deciso te, Casaleggio, da solo?” Passando sopra a quel te, la domanda che penso sia lecita è perché lui, Giovanni Favia, non abbia fatto sentire la sua voce, se essere succube delle voglie di Casaleggio gli dava qualche problema morale. Forse, come per essere grillino e a maggior ragione nel caso specifico, l‟amor proprio non fa parte del bagaglio di chi vuole far carriera nel Movimento.

 

… tra gli eletti ci sono degl‟infiltrati di Casaleggio.” Nella migliore tradizione delle dittature, per caricaturale che quella di Casaleggio sia. In effetti, come chiunque ha potuto riscontrare in occasione della composizione delle liste di partito, nessuno che non si sia reso disponibile a strisciare con le braghe calate ai piedi di Casaleggio giurando fedele omertà è entrato tra i candidati.

 

Casaleggio è spietato, è vendicativo.” Tralasciando altri passaggi che il Lettore commenterà facilmente da sé, l‟accento palpabile è quello della paura. Sentire quella frase ricorda molto da vicino battute prese da certi film sulla Mafia.

 

Adesso vediamo chi manda in Parlamento. Perché io non ci credo alle votazioni on-line. Lui manda chi vuole.” Insomma, visto da qualcuno che sta all‟interno e occupa addirittura il massimo delle cariche politiche raggiunte da aderenti al Partito prima di avere deputati e senatori a Roma, è tutta una bufala a partire da elezioni pensate in modo da poter fare uscire i risultati che Casaleggio pretende, come è stato evidente dalla buffonata emiliano-romagnola del seggio in regione, fino a chi mandare in Parlamento a fare da bambolotti per il ventriloquo alla maniera del loro guru sintetico. In un partito qualunque ma, ancor di più, nel Movimento 5 Stelle frasi del genere dovrebbero essere un necrologio per un‟iniziativa politica manifestamente fallita per suicidio.

 

E, invece, no. Non passa qualche ora che i grillini sono istruiti a mettere una pezza: Favia è al soldo del nemico.

 

Senza fantasia perché nel solco pedissequo di ogni dittatura, non importa a quale grado di truculenza si attesti, Favia viene subito minacciato. Inutile aggiungere che le minacce sono anonime. “Andrebbe sgozzato in piazza” e l‟opinione che il ragazzo dovrebbe essere “giustiziato a mo‟ di esempio” perché nemico del Movimento123 appartengono alla produzione via Internet

 

 

 

dell‟intellighenzia stellata. Ecco il futuro che gl‟innovatori ci prospettano: un futuro dove vige la censura più bieca e l‟annullamento della personalità.

 

Un uomo che valga questo nome avrebbe preso la palla al balzo per affermare finalmente la propria dignità e per mandare a quel paese Grillo, Casaleggio e tutta la Corte dei Miracoli. Invece, no: senza por tempo in mezzo il povero Favia ha tentato, con patetici pigolii, una giustificazione sussurrando che quando disse quelle cose era turbato per il rogo ferrarese di Tavolazzi. Poi Favia peggiorò le cose nel corso di una manifestazione di grillini tenuta a Parma il 23 settembre. Lui  andò, restò mescolato alla folla (in verità non proprio numerosa) e ai giornalisti disse umilmente che era d‟accordo su tutto quanto Grillo diceva. Insomma, un cagnolino bastonato che, mugolando, cerca di nuovo la carezza e il boccone del padrone. Naturalmente ci furono le reazioni, del tutto aspettate, del “potere centrale” secondo cui Favia ha raccontato balle e, ancor più goffamente, secondo cui Favia aveva preparato tutto, mettendo in scena un‟intervista tutt‟altro che rubata ma concordata con il giornalista, per passare ad altro partito. Il che è a dir poco inverosimile, essendo sufficiente, per passare altrove, passare altrove. È chiaro che, conoscendo la clientela, Casaleggio può essere certo che, almeno nella maggioranza dei casi, enormità del genere possono tranquillamente andare a bersaglio124. Ma poi, siamo spietatamente oggettivi: quale partito avrebbe interesse a prendersi Favia? Eppure un partito ci fu e fu quello fallimentare di Ingroia chiamato Rivoluzione Civile che tentò vanamente di piacere a Casaleggio uscendo dalle elezioni con il pugno di mosche di nessuna rappresentanza parlamentare.

 

Manco a dirlo, gli elzeviristi trovarono materia per i loro parti intellettuali e tra loro Oliviero Beha che avevo personalmente incontrato più di una volta, addirittura tenendo una conferenza insieme con lui e con Elio Veltri a Canosa, reputandolo persona onesta e intelligente. Non so che cosa sia successo nel frattempo, ma il suo avvicinamento al grillismo temo ne abbia alterato l‟intelletto un tempo lucido. Chi ha la pazienza di ascoltare il suo fiume di parole pronunciate a proposito del “caso Favia” a La7125 forse ricaverà motivi di perplessità. In estrema sintesi, Beha afferma che le Cinque Stelle potranno sì essere poco democratiche, ma questo è ciò che sono tutti i partiti nostrani. L‟amico Oliviero dovrebbe a questo punto spiegare quale sia la differenza tra Grillo e gli altri, dove stia la novità e quali siano le ragioni per cui qualcuno dovrebbe preferire le Stelle a qualunque altro partito. Insomma, la verbosa difesa d‟ufficio è basata sulla tesi adottata tipicamente dai fanciulli al di sotto dei dieci anni beccati in fallo: lo fa anche lui. Quanto all‟onestà, basta vedere l‟ospitalità che diede ai deliri di Sonia Toni per poter fare una valutazione.

 

Tra i tanti casi di cacciata ci furono pure quello di Raffella Pirini126, la veterinaria che m‟invitò allo spettacolo di Forlì di cui al Capitolo 4 e quello di Federica Salsi, consigliera comunale a Bologna per il partito di Casaleggio. Un giorno Federica, persona con cui avevo avuto alcuni incontri in tempi non sospetti, contravvenendo al diktat di partito partecipò alla trasmissione televisiva della RAI Ballarò. Bastò questo per suscitare la furia di Grillo il quale affermò, con la classe che lo ha sempre contraddistinto, che andare in TV eccita il punto G. La Salsi reagì e fu regolarmente scomunicata, il che originò una serie di strepiti da parte di lei che solo allora, come svegliandosi da un annoso torpore, si accorse piagnucolando e denunciandone la violenza di che razza d‟individuo fosse colui al cospetto del quale non aveva avuto remore ad inginocchiarsi e a fare da complice omertosa127,128. Anche le due signore erano perfettamente al corrente dell‟impresa

 

 

avevano messo il loro soldino e avevano creduto di fare qualcosa che desse una mano a tutti. Naturalmente io so benissimo perché Grillo ha fatto quello che ha fatto e continua a rimediare figure non proprio brillanti, e la cosa è molto più ignobile di quanto non si pensi. Nessuna manovra da parte di gruppi di potere o di forze occulte, ma semplicemente lo squallore di una persona che, in qualche modo, tiene Grillo alla catena. Scusa se non posso dirti di più, ma non ho le prove documentali da produrre anche se il fatto lo conosco a menadito.

 

Ora, se me lo permetti, da vecchio vorrei darti un consiglio: tu sei giovane e hai decenni da vivere in mezzo alla società. Se il tuo nome si macchia, smacchiarlo diventa un problema. Lo so che pedalare in salita è dura, ma è solo così che si arriva in alto. E non parlo certo di palanche.

 

Un abbraccio a te e alla tua famiglia, Stefano

P.S. Se hai tempo, dai un‟occhiata al mio blog.”

 

E la sua:

 

“Caro Stefano,

 

mi riprometto di farti visita, se gradita, la prima volta che passo

 

da Modena. Personalmente, oltre che alle vicende che si intuiscono leggendo in giro (ma, come ben sai, è difficile farsi un'idea realistica su situazioni del genere in rete), penso che tu sia stato il primo a subire una strategia poi applicata ad altri.

 

E' successo sempre così: quando qualcuno acquisisce notorietà che in

 

qualche modo rende "autonomi" da Grillo, viene allontanato o in maniera subdola (come, da quel che mi dici, sembra essere successo a te) o in maniera plateale. Stando ai fatti, tu hai cominciato ad avere problemi con la candidatura alle politiche; Sonia Alfano e Luigi de Magistris sono stati come te promossi dal blog e successivamente scaricati in malo modo (per usare un eufemismo: non ti ripeto le parole con cui, in ufficio, siete stati tutti e tre apostrofati da chi sappiamo).

 

Ti ringrazio per il consiglio, cercherò di farne tesoro!

 

Non so se dipenda dalla mia età, dall'educazione che ho ricevuto o dall'entusiasmo della mia fidanzata che, avendo vent'anni, mi ricorda l'importanza di continuare a costruire ogni giorno il mondo che vogliamo (lei studia giurisprudenza e, per farti capire il carattere, da quando ha 14 anni vuole fare il magistrato a Palermo... e lo farà), ma continuo a credere che le persone perbene, alla fine (magari dopo una lunga corsa di 42km e 195 metri), prevalgano.

 

Ti mando un abbraccio! Con rinnovato affetto

(firma)”

 

La visita a Modena non ci fu mai e di lui non ebbi più notizie. Forse chi ha bazzicato in certi ambienti e ancora un po‟ ci bazzica ha capito che è meglio essere prudenti. Forse Favia non ha torto quando dice di temere Casaleggio.

 

Ma, tornando a noi, sfrondato dalle chiacchiere e chiarito che il “caso Favia” non é che d‟interesse marginale, con tutto il suo umiliante squallore morale130,131 e con le ancor più squallide esternazioni di Grillo132, perché il tema centrale del libricino è la vicenda del microscopio, c‟era qualcos‟altro d‟interessante nella trasmissione. Nel corso dell‟intervista con Serenetta Monti133, epurata, si mostrò un documento che impegnava i grillini a passare al signor Giuseppe Grillo (così menzionato) fino all‟ultimo centesimo di eventuali rimborsi che arrivassero dal referendum134 proposto dai grillini a proposito della cosiddetta legge Gasparri135. In quell‟occasione specifica si trattava di quasi due milioni e mezzo di Euro, cifra forse non rilevantissima per Beppe che si porta a casa ben di più ogni anno, ma che, evidentemente, non si sentiva di trascurare. Nel caso specifico quel rimborso non fu erogato perché la Cassazione contò le firme e stabilì che non era stato raggiunto il numero sufficiente per indire il referendum, ma, comunque, visto che non si sa mai, Grillo ci aveva provato. Da leggere le frasi che seguono riportate nel documento136 : “I  sottoscrittori promotori intendono con la presente attribuire formalmente ed irrevocabilmente al sig. Giuseppe Grillo, in via esclusiva, ogni diritto al percepimento dei rimborsi di cui la legge n. 157 del 3 giugno 1999, e ad usufruire di ogni altra agevolazione, prerogative e facoltà previste per o conseguenti al compimento delle attività referendarie, rinunciando fin d‟ora, a beneficio del sig. Giuseppe Grillo o di persona che questi potrà indicare, ad ogni diritto in tal senso.” Forse qualcuno dovrebbe spiegare se i rimborsi siano davvero rifiutati dal Movimento 5 Stelle come strombazzato oppure se questi rimborsi siano sì rifiutati dal Partito ma solo per convogliarli altrove, in altre tasche. In aggiunta, - ma è voce tutta da verificare, non saprei come - pare che Grillo non fosse stato messo al corrente della manovra e, del resto, la cosa, se vera, sarebbe del tutto comprensibile. Perché perdere tempo ad informarlo di ciò di cui lui stesso era protagonista di facciata? Lui è solo un manichino e non ambisce certo ad essere altro. E poi, se tutto fosse andato come da progetto, Beppe non avrebbe certo disdegnato quel malloppetto. Dunque, che cosa avrebbe potuto obiettare?

 

Altro punto di discreto interesse della trasmissione fu quello sulle valutazioni statistiche (prendendole per buone) su chi siano gli elettori delle 5 Stelle. Secondo i dati presentati ci sarebbe un numero relativamente alto di laureati, il che, se veritiero, andrebbe ad ennesima conferma dello sfacelo delle nostre università, nessuna delle quali si classifica entro le prime duecento del mondo,

 

 

130 http://www.la7.tv/richplayer/index.html?assetid=50280552

131 http://www.stefanomontanari.net/sito/blog/2386-lettera-al-picciotto-giovanni-favia.html

132 “Nel Movimento abbiamo questi due o tre ragazzi che hanno fatto due mandati e non si possono più ripresentare

e così sono entrati nel panico» e si porta le mani al collo, come chi si sente soffocare. «Li capisco, per carità. Erano disoccupati e per un po' di anni si sono trovati a prendere uno stipendio da tremila euro al mese e a gestire un po' di potere, e adesso si sentono l'acqua alla gola perché devono lasciare. Così vanno in televisione a straparlare di democrazia. Il "grano" e il "poterino" purtroppo, sono un problema.”. (http://www.corriere.it/politica/12_settembre_11/e-al-mare-il-comico-si-sfoga-sui-suoi-erika-dellacasa_2c4885aa-fbd6- 11e1-8357-ee5f88952ff6.shtml)

Ecco qua i ragazzi “straordinari” venduti da Grillo al suo popolo festante.

133 http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/tag/serenetta-monti/

134 http://www.youtube.com/watch?v=VOhoFmh9cOA

135 Legge n. 112 del 3 maggio 2004 - "Norme di principio in materia di assetto del sistema radiotelevisivo e della RAI - Radiotelevisione italiana S.p.A., nonché delega al Governo per l'emanazione del testo unico della radiotelevisione".

136 A 1 ora, 21 minuti e 11 secondi di http://www.youtube.com/watch?v=35MixS9ylbo

 

surclassate da quelle di paesi che noi siamo beceramente abituati a guardare dall‟alto con sufficienza. E questa sarebbe pure l‟ennesima dimostrazione che dalle nostre università è ormai difficile uscire illesi.

 

Da ultimo il grande assente: il microscopio. Quella che è la mascalzonata più devastante del gruppo non fu neppure menzionata. Eppure, presentandola, non si sarebbe parlato di soldi o di padri-padrone o di metodi per eleggere un candidato o di consiglieri vagamente ribelli o di marketing politico o di mattanza dei cervelli suicidi ma di qualcosa di ben più scottante come di ricerche imbavagliate, come di donatori beffati e come, sopra ogni altra cosa, di malati, di bambini deformi e di morti. Certo, però, che quella mascalzonata fa comodo a tanti, dai politicuzzi affratellati agli scribacchini di regime che vivono degli avanzi che il padrone lascia cadere. E, allora, meglio far finta di niente e parlare d‟altro.

UN’ALTRA ONLUS

 

Quando Grillo fece chiudere la raccolta fondi promossa dal meetup di Firenze, due dei ragazzi ebbero un‟idea carbonara: costituire una onlus per diffondere le conoscenze scientifiche di quanto Morena ed io andavamo scoprendo e che restavano - come restano oggi, del resto - del tutto ignote al grande pubblico il quale, per questa ignoranza, subiva le peggiori razzie perpetrate nei riguardi dell‟ambiente e a carico della loro salute per mano dei politici da quattro soldi di cui il nostro paese, come tristemente noto e senza fare di ogni erba un fascio, pullula. Manco a dirlo, del coinvolgimento dei due ragazzi nel progetto era opportuno che Grillo non sapesse niente.

 

Così fondammo un‟associazione con sede a Prato - a Prato perché lì aveva lo studio il commercialista che si occupava della burocrazia connessa alla cosa - e la chiamammo Ricerca è Vita137. Fui io a darle quel nome e lo feci per richiamare quella precedente, fallita nei suoi intenti e svuotata dei pochi soldi che aveva in cassa.

 

Nella circostanza, a differenza di quanto era accaduto in precedenza, fu facile ottenere la qualifica di onlus, una qualifica che consente di detrarre dalla denuncia dei propri redditi le eventuali donazioni effettuate a favore dell‟associazione. Fu facile perché esistevano tutti i presupposti e perché il commercialista che se ne occupò era una persona seria e competente.

Ma, naturalmente, diffondere la conoscenza non poteva star bene a chi tanto sudore aveva versato per imbavagliarci e Sonia Toni, ripresa come sempre da una miriade di siti, scrive mettendolo in rete138: “Nello statuto di questa onlus non ci sono accenni alla ricerca quindi - la legge è chiarissima su questo - la ricerca non potrebbero farla. Resta da capire come mai l'Agenzia delle Entrate della Toscana si sia resa "complice" di questa smaccata anomalia. Vedremo cosa dirà quando si deciderà a fare i dovuti controlli.” Difficile trovare una “complicità” da parte dell‟Agenzia delle Entrate, visto che la ricerca non era in statuto semplicemente perché nessuno di noi aveva la minima intenzione di fare ricerca tramite la Onlus, essendo noto a tutti che, per finanziare una ricerca, occorrono denari in quantità diverse decine di volte superiori a quelli che arrivarono nella vita della nostra associazione, cosa che sapevamo benissimo fin dall‟inizio. Facile, invece, è vedere come già ci si preparasse a imbavagliare anche questa fonte di notizie che sicuramente avrebbero infastidito Grillo e soci.

 

Appena sotto la nostra Sonia aggiunge: “Questa onlus "funziona" così: la gente dona soldi a Ricerca è Vita, di cui Montanari è socio fondatore; Ricerca è Vita richiede analisi (vere o fasulle?) alla Nanodiagnostics S.r.l (una società a scopo di lucro gestita dai coniugi Montanari/Gatti) che riceve a "saldo" di queste analisi i soldi donati alla onlus. La Nanodiagnostics S.r.l poi fatturerà alla onlus Ricerca è Vita per le analisi "effettuate": di fatto tutto finto…”

 

Ora, Sonia Toni ha sempre avuto una logica prevedibile solo perché imprevedibile e una fantasia fertile ripetutamente affetta da sbandate, ma questa è davvero un piccolo capolavoro di bizzarria. Un‟accusa del genere sarebbe tecnicamente una calunnia se fosse denunciata ad un‟autorità. Io non ho competenza legale, ma l‟articolo 368 del Codice Penale recita: "Chiunque, con denunzia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso nome, diretta all'Autorità

 

 

 

giudiziaria o ad un`altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, incolpa di un reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato, è punito con la reclusione da due a sei anni." Insomma, quello che la Toni afferma pubblicamente qui è che io allestirei un giochetto per trasferire denaro da Ricerca e Vita alla Nanodiagnostics fingendo di eseguire analisi o, magari, eseguendole davvero, cosa vietata dalla legge italiana perché le onlus non possono fare ricerca se non in condizioni particolari. Insomma, mi si accusa coram populo non di commettere un reato ma di prepararmi a farlo. Naturalmente la cosa va provata, e la prova unica e certa in mancanza d‟altro è quella di mostrare almeno i conti. Visto che la Onlus ha una contabilità controllata in cui ogni entrata deriva da donazioni che transitano su di un conto corrente postale e che deve per forza scaricare il denaro a fronte di un documento che, nel caso specifico, altro non sarebbe se non una fattura della Nanodiagnostics, che c‟è di più facile di un controllo?

 

Nel caso, invece, di denaro che circoli sottobanco (ma questo non è previsto dallo sgangherato teorema della Toni), che bisogno ci sarebbe di un‟associazione? Si mette in piedi, non so come ma di certo mezzi ce ne saranno, un bel giro clandestino di soldi e al diavolo la burocrazia e tutte le scocciature di una onlus!

 

Insomma, apparentemente Sonia Toni spara una scempiaggine e basta, scempiaggine alla quale io, sbagliando, non reagisco reputandola soltanto l‟ormai solito prodotto grottesco di una persona disturbata e a dir poco incompetente che lascia il tempo che trova.

 

E, invece, quella non era affatto una scempiaggine ma la preparazione ad un attacco ad altro livello.

 

Io non so chi effettivamente sporse denuncia nei confronti della onlus Ricerca è Vita perché l‟Agenzia delle Entrate, quella che sarebbe stata la nostra “complice”, rifiutò sempre di rivelarci il nome del personaggio. Come ormai era la prassi, anche in quella circostanza ci trovavamo di fronte ad un‟azione di viltà con qualcuno che colpisce alle spalle e scappa senza mostrare la faccia, una faccia di cui, occorre ammetterlo, ha comprensibilmente tutte le ragioni di vergognarsi.

 

Arrivò la denuncia e l‟Agenzia delle Entrate, invece di cestinare un atto così manifestamente strampalato, senza nemmeno prendersi il disturbo di chiamarci almeno per farsi mostrare i documenti, senza controllare se esistesse effettivamente un passaggio di denaro, se la Onlus facesse ricerca o se, comunque, fosse stata commessa una qualunque irregolarità, magari microscopica, e senza nemmeno premurarsi di verificare se scempiaggini del genere fossero in qualche modo praticamente possibili tolse all‟associazione lo status di onlus, così, di fatto, uccidendola esattamente come si voleva. Di chi sia complice l‟Agenzia delle Entrate ognuno valuti da sé.

 

Ricorrere chiedendo la giustizia più elementare, cioè che fossero effettuati controlli, dimostrare in maniera incontrovertibile che non era transitato un centesimo (non fosse altro che perché non era stato prelevato un centesimo e tutto quanto era arrivato era ancora lì, intatto sul conto corrente postale), che non esisteva una sola fattura relativa a ricerche o, comunque, che avesse qualsiasi cosa a che spartire con Nanodiagnostics, che la Onlus non poteva fare ricerca perché non aveva personale né locali né attrezzature, che, comunque fosse, con i 30.000 Euro arrivati goccia a goccia non si sarebbe potuto finanziare nessuna ricerca fu inutile. La Onlus doveva essere chiusa e l‟Agenzia delle Entrate, ironicamente la nostra “complice”, fece quello che chi denunciò palesemente il falso si aspettava facesse. Nessuna scorrettezza di qualunque tipo era addebitabile a Ricerca è Vita e, così, l‟Associazione fu condannata per reati che, chissà, forse avrebbe potuto commettere se mai, in futuro, si fossero avverate certe condizioni peraltro a dir poco fantasiose, come l‟arrivo da parte di uno zio d‟America di una cascata di quattrini di dimensioni tali da poter permettere una ricerca. Con questo concetto di giustizia chiunque potrebbe essere condannato all‟ergastolo perché potenziale assassino. Ad esperienza fatta, credo che qualche cattivo pensiero sia giustificato e che vergognarsi di essere italiani oltre che essere terrorizzati dalla cosiddetta “giustizia” non sia poi così fuori luogo.

 

A margine informo che quei quattro soldi furono poi spesi in parte per fare conferenze e pubblicare qualcosa, vale a dire ciò che infastidiva e, magari, preoccupava qualcuno. Poi, con l‟altra parte, si pagarono le spese della burocrazia, del commercialista e dell‟azione legale e il poco che rimase fu trasferito, secondo quanto prescritto dalla legge, ad un‟altra associazione.

 

La conclusione fu che Grillo o, meglio, chi gli sta alle spalle, non ebbe più niente da temere almeno da parte di Ricerca è Vita perché qualcuno aveva deciso che non bisogna trascurare niente  e, perciò, che Ricerca è Vita doveva morire. Ed è morta.

 

 

 

 

 

 

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti: