1) IL GRILLO MANNARO...

Pubblicato il da Stefano Montanari

1) IL GRILLO MANNARO...

Stefano Montanari

 

 

Il Grillo Mannaro

Il vero volto di Beppe Grillo

 

 

 Disegno di copertina: Giorgio Montanari Editore: Nessuno, naturalmente

 

 Per maggiori informazioni sull'autore, visita: http://www.stefanomontanari.net

 

 Questo e-book è rilasciato sotto licenza Creative Commons. Per maggiori informazioni su Creative Commons visita: http://www.creativecommons.org

Pubblicato nel dicembre 2013 Edizione digitale di marzo 2014.

 

CAPITOLO ZERO

 

 

Lo so, un capitolo zero non esiste nei libri, ma questo è un libro particolare: un aborto procurato, un apolide, un paria. Insomma, un diverso paradossalmente uguale a un'infinità di altri diversi: aborti procurati, apolidi, paria.

 

Di libri nella mia vita ne ho scritto più d'uno, e anche ora sto scrivendo, stavolta con mia moglie, su richiesta del maggiore editore scientifico del mondo. Nessun problema se tratto di argomenti per algidi addetti ai lavori. Nessun problema ora, perché in passato di problemi ce ne sono stati eccome. Ma se scrivo di certe cose, se ne scrivo con la dolorosa cognizione di causa del co-protagonista fatto fesso nella vita reale, se documento il tutto con una caterva di note a piè di pagina, ecco che i problemi affiorano e, anzi, lievitano a dismisura fino a diventare ostacoli insuperabili.

 

Ad affiancarmi nel racconto e, anzi, ad esserne il vero protagonista, quello che imbarazza, è un bizzarro personaggio pubblico la cui attività è perfettamente funzionale al mantenimento arcigno e furbesco allo stesso tempo di uno status quo che nessuno tra coloro che "contano", tra i cosiddetti lorsignori, ha interesse a turbare.

 

Già all'inizio del 2013 il libro era finito e, come da prassi, sottoposi il testo a diversi editori. Alcuni, quelli "importanti", non risposero mai, il che è del tutto comprensibile perché a tavola ci stanno anche loro e a fare i rivoluzionari giocano solo se non ci sono pericoli in vista. Parlo di pericoli legati ai malumori da parte di chi detta legge nei salotti bene dove corrono per davvero quattrini e favori, e anche gli editori, stante la loro funzione di chi informa e di chi influenza le opinioni, a quei salotti prendono parte. Non sempre, anzi, raramente ci sono nelle vesti di chi conta: spesso ci sono in quelli di chi serve. Insomma, il loro silenzio ci stava perfettamente con il loro ruolo. Diversi piccoli, invece, si fecero vivi e mi assicurarono il loro interesse.

 

Ma, editore dopo editore, non succedeva nulla: anche i piccoli non si muovevano, salvo due di loro che mi telefonarono imbarazzati dicendomi che un libro come il mio era, appunto, imbarazzante. Dunque, niente: anche per loro meglio non rischiare occhiatacce. Così, in una sorta di

- lo ammetto - un po' divertito pellegrinaggio, capitai da tale Marco Marsili. A sentir lui, pubblicare il mio libro era addirittura un dovere e a maggio 2013 il volume sarebbe stato senza fallo in libreria. Oltre tutto, una richiesta di 1.500 copie gli era già arrivata e, dunque, qualche soldo lo avrebbe ricavato senz'altro. Invece... Maggio arrivò e Marsili era scomparso. Scomparso  per riapparire: entro settembre il libro sarebbe uscito, contratto firmato alla mano. Settembre, ottobre, novembre... Nulla. Ma l'editore si giustificò: il distributore non voleva distribuirlo. A questo punto non mi addentro nell'argomento perché la presa per i fondelli è talmente evidente e il pretesto per bloccare il libro è scopertamente mortificante.

 

Dopo essere stato da un avvocato, andai da un editore della città in cui vivo. Lo feci più che altro per farmi quattro risate da solo perché l'esperienza mi ha reso in qualche modo preveggente di un futuro peraltro fin troppo facile da indovinare. Il proprietario della piccola casa editrice è protagonista di una minuscola carriera politica (la politica come è intesa oggi, naturalmente) e, in un certo senso, fu molto onesto con me: il libro pesta piedi di qualcuno che può tornare utile e quindi...

 

Allora, senza le raffinatezze dell'editore ma in un banale .pdf, metto il testo nel mio blog a disposizione di chi avrebbe voluto leggerlo magari sulla carta. Dall'inizio del 2013, nell'attesa della

 

pubblicazione che già sapevo non ci sarebbe mai stata, ho aggiunto qualcosa. Di fatto ben poco perché non è dell'attualità che m'importa e che tratto.

 

Chi ha voglia di sapere, legga. Chi preferisce le certezze rassicuranti dell'ottusità e della disinformazione corrente non legga. Chi ha qualcosa da ridire, ridica. Lo faccia, però, non come fanno di solito i fedeli della religione di plastica di cui il libro tratta ma sulla base di documenti, cosa che, ad oggi, non è mai stata fatta e che, per questo, costituirebbe se non altro una novità.

 

Modena, dicembre 2013

PREFAZIONE

 

 Parere di scrittore, non di politico: se vi piacciono i thriller, non quelli inventati di sana pianta, bensì basati su una storia vera e intrigante, metterete questo libro tra i preferiti. Una storia intorno alla quale girano interessi miliardari, ricca di colpi di scena, dove niente è come appare. Non è un romanzo, è vero, ma è scritto meglio, perché pagina dopo pagina, documento dopo documento, capitolo dopo capitolo, non si può fare a meno di continuare a leggerlo per vedere come va a finire.

 

Nella migliore tradizione dei gialli ci sono gli eroi, gente come noi, l‟antieroe, potente e oscuro, quello del titolo, il mentore occulto che trama nell‟ombra, l‟inizio in commedia e il prosieguo in tragedia, con una schiera di comprimari, a volte buoni a volte cattivi, questi ultimi in certi casi quasi divertenti, ma sempre dannosi come coloro che contraggono il virus dell‟imbecillità. Quasi che, se avessero letto Shakespeare, si fossero immedesimati in qualcuno dei suoi personaggi secondari e ne avessero voluto ripercorrerne le orme. Con quel tanto di ridicolo che nelle tragedie serve a spezzare l‟angoscia.

 

Ma questo libro, lo dico subito, non ha un finale, non ancora. La cosa può turbare, e può turbare ancora di più pensare che a scrivere la parola fine potrebbe contribuire ogni lettore. In che modo? Semplicemente leggendolo, perché, come nei miei romanzi, in questo libro è maggiore la voglia di fare riflettere, di porsi delle domande, che sempre aprono la mente, piuttosto che dare delle risposte, che spesso la chiudono.

 

Leggere Il Grillo Mannaro fa bene al cervello, fa pensare, fa divertire. E‟ un libro che non rivela, che significa etimologicamente mettere due volte il velo alla realtà, ma che aiuta a svelare. E poi ognuno vi veda ciò che vuole. Certo è che pensare a volte è faticoso, ma Stefano Montanari, costringe il lettore a farlo con una leggerezza dolce e ironica, così come è lui stesso, autore e protagonista suo malgrado, così come è il modo in cui vive.

 

Alla fine, comunque la si pensi, si può solo ringraziarlo.

 

Carlo A. Martigli

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G
Peccato ! <br /> Dopo aver letto la testimonianza del Dott. Montanari, molto precisa e documentata, si appalesa in me l’amarezza e la delusione per aver creduto, sin dagli inizi, in un sogno oggi mandato in frantumi da una classe dirigente che ha dimostrato di non essere all’altezza del proprio ruolo e completamente priva di ogni vera visione politica e la conseguente e fondamentale capacità di ascolto del Popolo.<br /> Beppe mi ha deluso.<br /> Invito Gianluigi Paragone ad avvicinare e proporre al Dott. Montanari un suo diretto impegno in politica.
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