5) All' Inizio era il Verbo. S' Incomincia a lavorare.

Pubblicato il da Stefano Montanari

ALL’INIZIO ERA IL VERBO

 

 Vale la pena leggere ciò che Grillo pubblicò sul suo blog al lancio dell‟iniziativa: “Hanno dato troppo fastidio e li hanno puniti. Scoperchiare certi pentoloni in cui bollono inceneritori, acciaierie e centrali elettriche ad olio pesante, e fare ombra a tromboni e pseudoscienziati sono attività che non attirano simpatie.

 

E allora, non potendoli attaccare scientificamente, si è pensato di togliere lo strumento con cui Antonietta Gatti e Stefano Montanari provocano grossi fastidi.

 

Si tratta di un microscopio elettronico a scansione ambientale del costo di circa 350.000 euro con il quale i due hanno scoperto i meccanismi con cui le nanoparticelle prodotte dalle combustioni sono capaci di uccidere, e con questo il perché delle malattie che colpiscono i reduci dalle guerre del Golfo e dei Balcani, come funziona la truffa scientifica che sta dietro gli inceneritori, che cosa viene scaricato nell‟ambiente dai tre milioni di tonnellate di oli pesanti bruciati ogni anno da una centrale elettrica e un sacco di altre cosette che hanno aperto una strada del tutto nuova nel campo della medicina.

 

Via il microscopio e noi, che non ci possiamo permettere di perdere Antonietta e Stefano, gli daremo un altro microscopio. In fretta e più potente del primo.

 

Da oggi parte una sottoscrizione per l‟acquisto da parte della Associazione Carlo Bortolani Onlus. Io ho già dato il buon esempio devolvendo l‟incasso della serata di Modena del 28 febbraio, i ragazzi dei Meetup si stanno attivando e tutti potrete rinunciare ad una pizza per non trovarvi la prossima piena d‟inquinanti.”14.

 

In effetti Grillo aveva dato il buon esempio. La sera del 28 febbraio non l‟incasso come strombazzato ma ciò che era rimasto tolte tutte, ma proprio tutte, le spese venne passato alla onlus Carlo Bortolani che aveva aperto un conto a suo nome presso la Banca Etica. La cifra era altissima, almeno per i nostri standard: 36.000 Euro ai quali si aggiunsero non molto dopo altri 4.000 Euro dell‟agente di Beppe, la Marangoni Spettacolo, frutto della stessa serata. Insomma: due ore di lavoro prestato gratuitamente con un risultato che per me era, per usare un “grillismo”, straordinario.

 

Ricordo che a fine spettacolo, mentre andavo verso lo spogliatoio facendomi largo contro il fiume di folla in uscita, incocciai in una signora che mi mise un rotolino di carta in mano: era un biglietto da 50 Euro.

 

E lì, dopo quell‟inizio folgorante, cominciò quella che si sarebbe rivelata una rovina.

 

Un po‟ ingenuamente io non riuscivo a rendermi conto di come un banale comico potesse esercitare tanta influenza sulle persone. Eppure… Eppure era così e gli spettacoli celebravano dei veri e propri trionfi intrisi, come tutti i trionfi, di culto della personalità.

 

 

 

Una delle storielle di Grillo, storiella del tutto inventata come, del resto, moltissime altre che facevano parte del canovaccio rituale, si riferiva al nostro incontro. Agli spettacoli lui non diceva come erano andate davvero le cose e raccontava di mia moglie e di me come di due scienziati che avevano fatto una scoperta epocale cui nessuno dava credito. Così, nella favoletta, noi saremmo andati da lui e gli avremmo detto: “A noi nessuno dà ascolto. Sa, noi siamo solo degli scienziati. Lei è un comico e la gente le crede…” E qui il palazzo dello sport di turno rimbombava di applausi e di grida di approvazione.

 

Poi la storia, ancora una volta frutto di fantasia, continuava. Noi avremmo scritto una lettera a diverse aziende produttrici di alimentari informandole che in ciò che loro mettevano in commercio c‟erano polveri inquinanti. Non solo, nel racconto, queste aziende non ci avrebbero mai risposto ma addirittura avrebbero manovrato in modo da sottrarci lo strumento di ricerca con la complicità del CERN. Lo so: siamo alla follia pura. Che cosa c‟entri con noi il CERN, l‟organizzazione europea per la ricerca nucleare che ha sede a Ginevra, non è dato sapere. La fantomatica lettera, una o più d‟una che fosse (la consistenza numerica dipendeva dalla serata), poi, era frutto inaspettato della mente di Grillo e, dunque, è fin troppo ovvio che nessuno ci rispose.

 

È vero: io commisi un errore grave. Feci notare almeno un paio di volte a Beppe che stava rappresentando qualcosa di assolutamente irreale, ma la risposta si limitò ad uno sguardo spento puntato nel vuoto, quello sguardo che avrei conosciuto più volte in seguito. In fondo al suo pubblico mica interessava la realtà, e io volevo o non volevo avere questo benedetto microscopio? Dunque, bene così. Certo, un errore grave da parte mia: avrei dovuto impormi e non lo feci15. Continuare la possibilità di ricercare era talmente importante che trascurai il problema e anche di questo pagai a caro prezzo le conseguenze. A mia parziale discolpa ci sta il fatto che, nei suoi spettacoli, Grillo raccontava fandonie a tutto spiano, cambiando ogni volta versione a seconda di quello che gli usciva casualmente dalla bocca in quel momento. Un esempio può essere la storiella della telefonata tra lui e Paolo Cirino Pomicino, episodio che gode di numerose varianti e che nasce, comunque, con il peccato originale di essere fasullo alla radice. Così, altrettanto fasulli, i suoi innumerevoli incontri con economisti e scienziati di livello mondiale, incontri che, almeno per fortuna degli economisti e degli scienziati, non avvennero mai, non fosse altro che perché non ci sarebbe stata comunicazione possibile.

 

Ma Beppe non era ancora contento, doveva trascinare al delirio il suo pubblico e delirio era sempre: “Portarono via il microscopio, ma io passavo da Modena…” E qui venivano sgranati gli occhi per far capire a chi non aspettava altro che non si era tenuto conto della forza del personaggio. Ecco, allora, che grida e applausi riempivano regolarmente le volte dei palasport mentre Beppe, nelle vesti del raddrizzatore di torti, sorrideva guardando teneramente la pancia di colui che aveva salvato, cioè lo scienziato Stefano Montanari che ricambiava con umile gratitudine lo sguardo. “Allora ho affittato il palasport di Modena…” E chi la fermava più la folla impazzita d‟entusiasmo?

 

In effetti il microscopio non l‟avevano ancora portato via. Semplicemente erano in corso le manovre per farlo.

 

15 http://www.attivissimo.net/int_conf/20070802-montanari-disinformatico-testo-integrale.pdf

 

S’INCOMINCIA A LAVORARE

 

 La condizione dettata da Grillo (o chi per lui) secondo cui il microscopio doveva essere intestato ad una onlus fu soddisfatta fin dal primo momento e così quella che prevedeva le mie partecipazioni agli spettacoli.

 

Verso la fine della serata io uscivo dal fondo della sala presentato da Grillo. Sulla scena, in piedi davanti a un megaschermo che mostrava al pubblico fotografie di particelle al microscopio elettronico, io ero un grande scienziato (applausi) e lui il mio mecenate (ovazioni), il che gli calzava intorno ai riccioli un‟aureola che non aveva mai indossato prima e che lo compiaceva così come, del resto, lo compiaceva qualsiasi medaglia al valore reale o, quasi sempre, puramente inventata che fosse, non essendo possibile districare vero da falso in ciò che Grillo diceva o negli atteggiamenti che assumeva. Da un certo punto di vista Beppe era e resta l‟essenza stessa del teatro dove la verità è ciò che vuole lo spettatore, ingannato consenziente.

 

La prassi voleva che gl‟iscritti ai circoli locali di fan di Grillo, i cosiddetti meetup, allestissero da qualche parte del palazzo dello sport o subito fuori un tavolo su cui disponevano una cassettina nella quale gli spettatori, uscendo, facevano cadere la loro offerta. Questo denaro, poi, veniva versato sul conto 513111 che la onlus Bortolani aveva acceso a suo nome presso la sede centrale di Padova della Banca Etica. Il testo con cui la onlus Bortolani lanciava l‟iniziativa era “14 Marzo 2006: La Dottoressa Antonietta Gatti dell‟Università di Modena e Reggio e il dottor Stefano Montanari hanno svolto ricerche sulle nanopatologie con risultati importantissimi .

 

Ricerche a volte “scomode”, come quella sulla “sindrome del Golfo” sui morti causati da centrali ad olio combustibile come a Rovigo , sui danni degli inceneritori.

 

Improvvisamente però, pare che i due scienziati non siano più in grado di lavorare al meglio per la mancanza di uno strumento importante per le loro ricerche: un potentissimo microscopio che “è dovuto tornare al CNR” sostiene il dott. Montanari. A questo punto, piuttosto che rallentare o stoppare ricerche così importanti per la salute dell‟uomo è nata immediatamente una spontanea  gara di solidarietà finalizzata all‟acquisto di un analogo potente microscopio importante per gli studi sulle nanopatologie e prevenzione dei tumori.

 

Una gara che è stata lanciata da Beppe Grillo e che ha il proprio centro d‟azione a Reggio Emilia. Il collettore nazionale sarà infatti la Carlo Bortolani Onlus .Da oggi si cercherà di raccogliere da generosi donatori italiani 378.000 euro: questo è infatti il costo del microscopio necessario ai due scienziati per poter proseguire nelle proprie ricerche. Chi intendesse aderire alla sottoscrizione attraverso il versamento di un contributo economico (ricordando che potrà beneficiare della detrazione fiscale) potrà farlo sul Conto Corrente Bancario n. 513111, intestato ad Associazione Carlo Bortolani Onlus presso Banca Etica (Sede centrale di Padova), ABI: 05018, CAB: 12100, CIN: J, IBAN: IT45J0501812100000000513111, Codice BIC: CCRTIT2T84A oppure

tramite carta di credito e attraverso il servizio – gratuito e sicuro – di Pay Pal (www.paypal.it). In questo caso il donatore non dovrà pagare alcuna commissione. Basterà indicare come destinatario del versamento l‟indirizzo di posta elettronica onluscarlobortolani@reggionelweb.it .Il primo sottoscrittore è stato Beppe Grillo che ha versato l‟incasso di una serata di spettacolo al Palapanini di Modena avvenuto recentemente.

Un‟altra iniziativa -che non ha colore politico- in difesa della vita, perché va difesa la vita di tutti: del non abbiente, del condannato a morte, del concepito, del bambino, della donna, dell‟anziano, dell‟immigrato del portatore di handicap e di chi ha il diritto ad avere tutelata la propria salute.”16

 

La Bortolani fece pure scrivere “Sarà Reggio la città protagonista dell'acquisto del potente microscopio necessario al dottor Montanari e alla dottoressa Gatti per le ricerche sulle nanopatologie causate dalle nano polveri, illustrate da Beppe Grillo e dallo stesso Montanari nella loro visita a Reggio due settimane fa. Merito della Carlo Bortolani Onlus, nata nel 2002 in memoria del professor Carlo Bortolani, indimenticato uomo politico cattolico,preside e studioso della Costituzione,e che nella gara di solidarietà lanciata da Grillo ha vinto su tutti e sarà il collettore nazionale di offerte . La scelta di concorrere nella gara di solidarietà è arrivata da Marina Bortolani, figlia di Carlo e presidente dell'associazione, che ha risposto all'appello di Grillo e degli scienziati.” Questo comparve il sul giornale L‟Informazione di Reggio Emilia l‟11 marzo 2006 a pagina 21 con il titolo “Grillo sceglie la Bortolani Onlus” . Nello stesso articolo, andando oltre, si leggeva: “Da oggi si cercherà di raccogliere da generosi donatori italiani 550mila euro: questo è infatti il costo del microscopio necessario ai due scienziati per poter proseguire  nelle proprie ricerche .” Vabbè, ci si era lasciati prendere un po‟ la mano, specie con la cifra, ma melius abundare.

 

Credo che chiunque, leggendo questi testi e leggendo pure quello citato del blog di Grillo17 non possa altro che intendere ciò che stava scritto a chiare lettere, vale a dire che quella raccolta fondi era destinata esclusivamente all‟acquisto di un microscopio elettronico per Morena e per me. Altre possibilità non furono mai citate e, di fatto, mai nemmeno ventilate o anche solo vagamente sottintese, perché, non fosse stato come si era stabilito, io non avrei certo partecipato all‟impresa. Invece non fu così perché le cose erano state preparate per funzionare in tutt‟altra maniera e il mio coinvolgimento era essenziale.

 

Se io lavoravo a testa bassa, con un bel paio di paraocchi, senza curarmi d‟altro, per raccattare quel che serviva in termini di quattrini, mia moglie cominciò subito a nutrire qualche sospetto. E l‟innesco lo diede la firma dell‟ordine fatto a FEI, il fabbricante olandese del microscopio.

 

Il 30 maggio 2006 Morena ed io insieme con Alberto Tinti e Fabio Fantini, responsabili italiani della ditta costruttrice nata da una costola della Philips, ci trovammo a Reggio Emilia a casa di Marina Bortolani, sede pure della Onlus, per confermare l‟ordine del microscopio. 378.000 Euro era la cifra stabilita dal preventivo e quella cifra era l‟obiettivo della raccolta.

 

La FEI si disse disponibile a consegnarci subito lo strumento a fronte di un tutto sommato relativamente modesto anticipo frutto di tappa della raccolta in corso. Perché questo avvenisse occorreva, però, una garanzia da prestare personalmente, garanzia che consisteva nell‟impegno di qualcuno, una persona fisica, a saldare la fattura finale nel caso in cui non si fosse raggiunta la cifra necessaria. Grillo si era già defilato perché quando si parla di palanche bisogna essere prudenti. Pareva a tutti naturale che fosse Marina a firmare, visto che lei sarebbe diventata la proprietaria dello strumento, ma quella rifiutò e fui io da solo ad assumermi l‟onere. Mi pare che questo squalifichi ulteriormente la pretesa che sarebbe poi emersa da parte della Bortolani di sostenere che io, forse grazie a facoltà divinatorie, sapevo che quel microscopio sarebbe finito altrove. Insomma, nella bislacca rappresentazione di Marina Bortolani io non stavo più nella pelle dalla voglia di fare dono di un gingillo da 378.000 Euro a uno sconosciuto che, per di più, non sarebbe mai stato in

 

 

 

grado di usarlo, e la fregola era tanta da impegnarmi quel gingillo a pagarlo di persona prestando una garanzia pesante, per me pesantissima, qualora i quattrini non fossero arrivati altrimenti. Insomma un trionfo da parte mia di masochismo beota, un suicidio in piena regola, ma nel mondo di teatro di Grillo e di chi lo circonda ogni assurdità trova cittadinanza mentre le falsità, anche quelle talmente solari da essere improponibili in un mondo razionale, sono moneta corrente.

 

E fu così che il microscopio arrivò al laboratorio Nanodiagnostics addirittura prima che quello acquistato per il progetto europeo ci fosse portato via per poi restare imballato in un corridoio dell‟Università di Modena, visto che chi lo voleva per sé non era in grado di metterlo in funzione. Né, peraltro, sarebbe stato all‟altezza di analizzare reperti anatomo-patologici secondo i criteri delle nanopatologie e di cavarci qualcosa di scientificamente sostenibile perché per fare quello occorre una preparazione specifica che non si acquisisce esibendo un certificato .

 

Deve essere chiaro che, al contrario di quanto sarebbe stato affermato in seguito da un sacco di fonti non informate ma non per questo rispettosamente silenziose, l‟Università di Modena in quanto tale non c‟entrava per nulla con questa sottrazione, non avendo alcun titolo per entrare nella questione o, ancor di più, per pretendere qualcosa. Questo perché l‟Ateneo non aveva sborsato un centesimo per l‟acquisto dell‟apparecchio e non era in nessun modo coinvolto nella sua proprietà. Al proposito è degna di nota la fandonia riportata da tale Valeria Rossi, sedicente giornalista di cui dovrò dire più avanti, secondo cui un tale Giorgio Gualandi, grillino modenese che non ebbi mai la ventura d‟incontrare, le avrebbe assicurato che noi avevamo “sottratto” il microscopio all‟Università di Modena che ne era la “legittima proprietaria”18. Sarebbe bastato informarsi anche solo con una banale telefonata all‟ufficio amministrativo dell‟Università per smentire il poveretto, ma nessuno lo fece. Resta il fatto che l‟Università di Modena non si sognò neppure di avanzare diritti di alcun genere.

 

Va detto che fin dal primo momento un gruppetto di fan di Grillo modenesi, tra cui quel tale Gualandi, fece di tutto per bloccare la raccolta fondi19. Il perché mi era allora misterioso, stanti, soprattutto, l‟assenza di motivazioni comprensibili per giustificare l‟atteggiamento preso da questi curiosi personaggi che, peraltro, non mostrarono mai la faccia, evitando con cura ogni confronto, pur essendo stati sollecitati da me innumerevoli volte. Questi arrivarono persino a mettersi in contatto con la FEI in Olanda e ad accusarmi, come se questo andasse in qualche modo a svantaggio dei donatori, di aver ottenuto uno sconto sul prezzo di listino dello strumento, fissandolo così a quei fatidici 378.000 Euro obiettivo della raccolta e non ad un obiettivo che, senza sconto, sarebbe stato più alto. Fu solo anni dopo che quel comportamento così apparentemente assurdo, immotivato fino a rendere ridicoli i suoi ben poco dignitosi protagonisti, trovò una spiegazione.

Comunque, si andò avanti.

18 http://www.stefanomontanari.net/sito/blog/2066-querelatemi.html

19 http://www.youtube.com/watch?v=JItIg2JzDTA

 

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