7) Sonia

Pubblicato il da Stefano Montanari

SONIA

 

 Nonostante tutto quello che mi ha combinato, e che non è poco come si vedrà finendo di leggere questo libricino e, per chi ne ha voglia, setacciando Internet, non riesco ad avercela con lei.

 

Sonia Toni è una donna di bell‟aspetto, laureata e di buona intelligenza che, in aggiunta, dispone pure di tutto il tempo libero che desidera e di mezzi economici che, se non sono “straordinari”, sono ampiamente sufficienti per condurre una vita tranquillamente definibile agiata. A fare da contraltare a tutto questo c‟è la sua infelicità profonda, un malessere che mi fa provare per lei affetto come provo inevitabilmente per tutti coloro ai quali la sorte non è stata amica.

 

Come Sonia mi raccontò, per qualche anno lei e Beppe avevano vissuto insieme in una villa sul porto di Rimini ed ebbero due figli, uno dei quali, oggi più che trentenne, si ammalò subito di una malattia terribile le cui conseguenze devastanti non lo lasceranno più. Impossibile non sentire simpatia infinita per lui e per Sonia, una simpatia nel senso etimologico del termine di condivisione del dolore, e altrettanto impossibile non chiedersi, sapendo che la risposta non c‟è, con quale diritto il destino si permetta di attaccare vigliaccamente quanto, se non altro per motivi di biologia primordiale, si ha di più caro al mondo. Accenno a questo fatto privatissimo evitando i particolari perché Sonia stessa lo ha voluto rendere pubblico in uno dei suoi numerosi attacchi che di lì a non molto, a tempi opportunamente maturati, avrebbe lanciato contro di me.

 

Beppe e Sonia vissero insieme e poi, per motivi che in parte ignoro, in parte non ricordo e che, comunque, non m‟interessano, l‟unione si spezzò e ognuno se ne andò per i fatti propri con l‟uno tornato a Genova e l‟altra restata con i figli nella villa di Rimini. Un po‟ di anni più tardi Beppe sposò Parvin, la ex moglie dell‟ex calciatore Roberto Scarnecchia (bei cross a Pruzzo) da cui lei aveva avuto due figli. Altri due figli, poi, arrivarono dalla nuova unione40. Scrivo questo non per mettermi al passo dei giornaletti da sala d‟aspetto ma semplicemente per sottolineare una delle tante, inutili bugie di Grillo che, per motivi imbarazzanti da spiegare, afferma di essere padre non di quattro ma di sei figli, includendo nella conta anche quelli alla cui genetica, salvo sorprese, non collaborò. Comunque, esulando un attimo da Sonia e restando alle bugie dell‟ex-compagno, se se ne volesse compilare un elenco, queste pagine non basterebbero. Una delle tante è la panzana ripetuta all‟infinito sull‟indipendenza energetica della sua villa di Sant‟Ilario, appena fuori Genova, dove, di fatto, il consumo di elettricità è quello di almeno sette famiglie medie e la produzione dei pannelli fotovoltaici copre un decimo del consumo41. Un‟altra è quella di far stare 120.000 persone in Piazza San Carlo a Torino42 per una sua manifestazione quando, conti alla mano, se si sta molto stipati (tre persone per metro quadro), la piazza ne può contenere 38.000. E poi c‟era il pomodoro geneticamente modificato con il DNA del merluzzo che avrebbe ucciso sessanta persone. Per fortuna quel particolare pomodoro non è mai stato mangiato da nessuno perché mai entrato in alcun circuito commerciale43. Falsità del tutto inutili, ma Grillo, spesso sparando numeri a capocchia e

 

40 http://oggisposi-oggisposi.blogspot.it/2012/06/beppe-grillo-matrimonio-del-21-dicembre.html

41 http://www.ilgiornale.it/news/jeep-ville-e-guai-giudiziari-vita-spericolata-beppe.html

42 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/04/27/rai-mediaset-giornalisti-contro-grillo- servizi-corretti.html

43 “In uno spettacolo Grillo ha parlato degli effetti di un pomodoro a cui era stato aggiunto il Dna del merluzzo per resistere al gelo, una sessantina di persone morte di shock anafilattico per averlo mangiato. «Una bufala vera e propria

», dice Roberto De Fez, biotecnologo del Cnr.” (http://www.ilgiornale.it/news/interni/smascherate-bufale-guru-grillo.html)

riferendo di fatti mai accaduti, non si rende nemmeno conto di mentire e, dunque, va assolto come si assolve un imbonitore da strada, un malato, un bambino nella speranza che cresca o, riprendendo un‟espressione dell‟avvocato Peppino Prisco, va assolto per non aver compreso il fatto.

 

Tornando a Sonia, pur non richiesta, lei prese a collaborare con me nella diffusione delle informazioni relative alle nostre scoperte, scoperte il cui merito, sia chiaro, andava in toto  a Morena. Era una collaborazione piuttosto invadente, ma io, come sempre, giustificavo l‟atteggiamento: altro non è – mi dicevo – se non l‟entusiasmo di una persona che ha trovato la maniera, sorretta scientificamente, per far valere tutto ciò che lei aveva sempre desiderato emergesse nel campo dell‟ambiente e della salute.

 

Fu lei, Sonia, a convincermi a far pagare le mie conferenze, visto che, fino al completamento di tutta la raccolta fondi, mi ero persino caricato degli oneri di trasferta. Questo, peraltro ineccepibile, nuovo atteggiamento mi valse qualche dissapore anche con i tifosi di Grillo, per esempio quelli di Bologna, i quali si videro negare da Sonia un mio intervento che lei voleva fosse a pagamento, loro abituati com‟erano ad avermi gratis.

 

Fu lei a farmi aprire - sia chiaro, del tutto a mie spese - il blog www.stefanomontanari.net che esiste tuttora e a pensare anche a lanciare un giornale via web di cui lei sarebbe stata la direttrice. Questo dopo gl‟insuccessi di Econauta e de Il Consapevole, periodici cartacei da lei diretti, il primo dei quali nato precedentemente alla nostra conoscenza, sui quali scrissi qualcosa anch‟io44 e che non erano male. Il “nostro” giornale on-line non vide mai la luce, il che da un certo punto di vista è un peccato perché Sonia, se si prescinde da una logica “non comune”, non scrive affatto male e, magari, se le cose fossero andate come mi si era fatto credere ma come, purtroppo, non potevano essere, avrebbe potuto rappresentare un discreto mezzo d‟informazione.

 

Fu lei a farmi scrivere e pubblicare il libro Il Girone delle Polveri Sottili. Il motivo per questo fu il suo impegno, a quanto so naufragato peraltro in breve tempo, con la Macroedizioni di Cesena di procurare testi pubblicabili e lei, nell‟esercizio delle sue funzioni, segnalò me, quella che, a quanto mi consta, ma potrei non essere aggiornato, restò l‟unica sua proposta. In più, del mio libro ottenne che fosse sua figlia a preparare l‟immagine di copertina in cambio di qualche soldo, e il risultato fu oggettivamente di un‟estetica quanto meno discutibile anche se dei gusti è saggio non discutere. Al libro si aggiunse non molto dopo, sempre con Macroedizioni, anche un mio DVD corredato di un libretto intitolato L‟Insidia delle Polveri Sottili45. Tanto per completezza d‟informazione, Sonia se ne intestò i diritti senza preoccuparsi di chiedermi almeno un parere e di darmi l‟incomodo di rispondere. Ma tra amici…

 

Fu lei, a “convincermi ad entrare in politica”46. Cercò, infatti, d‟inserirmi in una bizzarra formazione chiamata Partito Giovani47 nella quale lei sarebbe stata, secondo le sue ambizioni, la responsabile per l‟ambiente. Quando, per ragioni che ignoro, le fu preferita un‟altra persona, se la prese a male e, fortunatamente, quell‟avventura politica così evidentemente velleitaria e partita già

 

 

marchiata da un fallimento sicuro fin dall‟esordio morì senza rimpianti. Lei, poi, cercò fortuna politica, come capolista al Senato, nell‟Unione Democratica per i Consumatori48, una formazione al seguito di tale Bruno De Vita che si presentò senza successo alle elezioni politiche del 2008, ottenendo lo 0,25% dei voti per la Camera e un centesimo percentuale di meno per il Senato49.

 

Intanto Morena ed io avevamo registrato un marchio chiamato Particle Free con il quale intendevamo certificare l‟eventuale assenza negli alimenti di polveri inorganiche non biodegradabili inquinanti. Sonia me ne chiese, ottenendola, la distribuzione esclusiva per diversi paesi europei a favore della ditta Terra e Sole di cui era, pur senza prestarvi lavoro, socia. Per vedere se fosse possibile attribuire il marchio ai prodotti biologici dell‟azienda di Sonia Morena ed io facemmo diverse analisi al microscopio elettronico delle materie prime, tutte, inutile dirlo, a nostro carico. Inutile anche, forse, precisare che Terra e Sole non fece assolutamente niente per trovare clientela per il marchio e a noi restarono solo le spese. Ma ancora una volta, tra amici…

 

L‟idea più brillante di Sonia fu quella di fondare un‟associazione di cui lei era presidentessa e io il suo vice. Ricerca Viva fu il nome scelto. Non credo che occorra dire che io misi fino all‟ultimo centesimo per pagare commercialista e registrazioni, e Ricerca Viva nacque confortata dall‟assicurazione del commercialista che la si sarebbe trasformata velocemente in onlus con tutte le agevolazioni di cui questo tipo di società gode. Tra conferenze mie e donazioni che arrivavano, raccattammo seimila Euro, denaro depositato a Rimini presso la Banca Malatestiana (filiale  Mercato Ittico, a due passi dalla casa di Sonia, conto corrente 003010112455). Il commercialista, incassato (da me) il suo compenso, non s‟interessò più di tanto alla questione, l‟associazione non ebbe mai lo status di onlus e Sonia la chiuse. Dove siano finiti i seimila Euro non saprei dire. Oltre al fatto che io non ricevetti mai il rimborso delle spese sostenute come mi spettava, ma ormai si trattava di un classico, l‟unica cosa che seppi era ciò che Sonia raccontò, ma non a me, vale a dire che quei soldi dovevano finire per legge ad un‟altra associazione, nella fattispecie quale non saprei, il che è del tutto falso. Ma tra amici…

Sonia è una donna irrequieta, senza pace interiore, volubile tanto da cambiare diametralmente opinione su di un argomento mentre di quell‟argomento parla, preda di furie improvvise del tutto imprevedibili, completamente priva di obiettività e, soprattutto, è donna di una solitudine e di un‟infelicità profondissime. Offrirle comprensione e amicizia è quanto di più naturale al mondo ma la cosa non regge: sarà inevitabilmente lei ad allontanarsi con violenza e, paradossalmente, a cercare vendetta per quello che non è riuscita a mantenere. È vero: la sorte non le ha dato ciò che lei voleva, sempre che lei sapesse davvero che cosa voleva. E la sorte le ha toccato addirittura, con crudeltà, un figlio, di fatto sconvolgendole la vita. Ma cercare nella cattiveria verso il prossimo una sorta d‟impossibile rivalsa è qualcosa che non può altro che acuire l‟infelicità. Il livore è un veleno che distrugge chi lo produce più di chi ne subisce gli attacchi. Eppure Sonia è una donna piena di qualità: ha energia, ha idee, sa scrivere e avrebbe tutto l‟agio per sfruttare quelle risorse, non avendo la minima preoccupazione economica né impegni pressanti di lavoro. Insomma, è un ben di Dio sprecato.

48 http://www.comune.empoli.fi.it/elezioni2008/senatori/5.html

49 http://it.wikipedia.org/wiki/Unione_Democratica_per_i_Consumatori

 

 

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